giovedì 12 gennaio 2012

CINDY SHEEHAN: UNA LETTERA

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo per averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente lettera diffusa da Cindy Sheehan il 29 maggio 2007 col titolo di "Lettera di dimissioni".
Cindy Sheehan ha perso il figlio Casey nella guerra in Iraq; per tutto il successivo mese di agosto e' stata accampata a Crawford, fuori dal ranch in cui George Bush stava trascorrendo le vacanze, con l'intenzione di parlargli per chiedergli conto della morte di suo figlio; intorno alla sua figura e alla sua testimonianza si e' risvegliato negli Stati Uniti un ampio movimento contro la guerra.]


Ho dovuto sopportare un bel po' di scherno e di odio da quando Casey fu ucciso,  e soprattutto da quando divenni il cosiddetto "volto" del movimento statunitense contro la guerra. In special modo da quando ho reciso ogni residuo legame che mi collegava al partito democratico, sono stata
ulteriormente insultata sui blog "liberali" come "Democratic Underground". I rilievi piu' miti vanno da "meretrice dell'attenzione" a "finalmente ci liberiamo di questa immondizia".
Sono giunta a tali conclusioni dolorose il mattino del Memorial Day. Non e' l'esplodere di riflessioni fatte sul momento, ma cose a cui penso da circa un anno. Le conclusioni a cui sono giunta mi spezzano il cuore.
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La prima conclusione e' che sono stata cara alla cosiddetta sinistra sino a che ho limitato la mia protesta a George Bush ed al partito repubblicano. Naturalmente, sono stata calunniata come marionetta del partito democratico. L'etichetta serviva a marginalizzare me ed il mio messaggio. Come era possibile che una donna avesse idee proprie o lavorasse al di fuori del sistema bipartitico?
Tuttavia, quando ho cominciato a valutare i democratici con gli stessi standard che usavo per i repubblicani, il sostegno alla mia causa ha iniziato ad erodersi, e la "sinistra" ha preso ad etichettarmi con le stesse calunnie della destra.
Credo che nessuno mi abbia prestato attenzione, mentre dicevo che la questione della pace e delle persone che muoiono senza motivo non e' una faccenda di "destra/sinistra", ma di giusto/sbagliato".
Vengo considerata una radicale perche' credo che le politiche di parte vadano accantonate quanto centinaia di migliaia di persone stanno morendo per una guerra basata sulle menzogne, e sostenuta sia dai democratici sia dai repubblicani. Mi sorprende che gente che sa essere affilata e sottile come un raggio laser quando si tratta di bugie, mistificazioni ed espedienti politici provenienti da un partito altrui, rifiuti di riconoscere le stesse magagne nel proprio. La lealta' cieca ad una parte e' pericolosa da qualsiasi lato si situi. Gli altri popoli del mondo guardano a noi americani come a delle barzellette, perche' permettiamo ai nostri leader cosi' tanta attitudine sanguinaria, e se non troviamo alternative a questo corrotto sistema a due, la nostra repubblica morira' e sara' rimpiazzata da cio' in cui stiamo rapidamente scivolando senza controllo e bilanciamento: la terra devastata del corporativismo fascista.
Io vengo demonizzata perche' non guardo al partito o alla nazionalita', quando ho di fronte una persona: guardo al suo cuore. Se una persona appare, si veste, agisce e parla e vota come un repubblicano, per quale motivo dovrebbe avere sostegno, anche se si fa chiamare democratico?
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Sono anche giunta alla conclusione che sto facendo quel che sto facendo perche' sono una "meretrice dell'attenzione" anziche' avere il reale bisogno di impegnarmi. Ho investito tutto quel che avevo nel tentativo di portare pace e giustizia ad un paese che non vuole saperne di entrambe le cose. Se c'e' un individuo che vuole entrambe, normalmente non fa nulla di piu' di partecipare ad una marcia di protesta o di sedere davanti al suo computer a criticare gli altri. Ho speso ogni singolo centesimo del denaro che ho avuto da un paese "grato" quando mio figlio e' stato ucciso, ed ogni centesimo che ho ricevuto per le conferenze o i libri. Ho sacrificato 29 anni di matrimonio, ed ho viaggiato per lunghi periodi stando lontana dal fratello e dalle sorelle di Casey, e la mia salute ne ha sofferto, e i conti dell'ospedale si vanno accumulando dalla scorsa estate, quando sono quasi morta.
Ho usato tutto cio' che avevo per tentare di far smettere a questo paese il massacro di esseri umani innocenti. Sono stata chiamata con gli epiteti piu' deprecabili che menti piccine potessero pensare, e sono stata minacciata di morte moltissime volte.
La piu' devastante delle conclusioni a cui sono giunta questa mattina eccola: Casey e' davvero morto per niente. Il suo prezioso sangue e' stato prosciugato in un paese lontano, lontano dalla famiglia che lo amava, e lui e' stato ucciso dal suo stesso paese, che si aggrappa e si muove secondo una macchina di guerra che arriva persino a controllare quel che pensiamo.
Ho tentato di tutto, da quando e' morto, per dare significato al suo sacrificio. Casey e' morto per un paese che si preoccupa di piu' di sapere chi sara' il nuovo "Idolo Americano" che di quanta gente verra' uccisa nei prossimi mesi, mentre i democratici ed i repubblicani giocano alla politica
con vite umane. E' straziante per me sapere che ho vissuto in questo sistema per cosi' tanti anni, e che Casey ha pagato il prezzo della mia lealta'. Ho mancato verso mio figlio, e questo e' cio' che mi fa piu' male. Ho anche tentato di lavorare all'interno di un movimento per la pace che spesso mette gli ego personali al di sopra della pace e della vita umana. Il tal gruppo non lavora con il tal altro, il tal tizio non verra' all'iniziativa se ci sara' la tal tizia, e si puo' sapere perche' tutta l'attenzione se la prende Cindy Sheehan? E' difficile lavorare per la pace se nello stesso momento in cui viene nominata ha alle spalle cosi' tante divisioni.
I nostri coraggiosi giovani uomini e giovani donne in Iraq sono stati abbandonati la' indefinitamente dai loro leader vigliacchi, che li muovono come pedine su una scacchiera di distruzione, e il popolo iracheno e' stato destinato alla morte ed a destini peggiori della morte da individui piu' preoccupati delle elezioni che di loro. Vedrete, in cinque o dieci o quindici anni, le nostre truppe torneranno zoppicando a casa portandosi dietro un'abietta sconfitta, e i nostri nipoti vedranno i loro genitori morire senza ragione, solo perche' i nonni hanno continuato a sostenere questo sistema corrotto. George Bush non verra' mai sottoposto all'impeachment, perche' se i democratici scavano troppo profondamente potrebbero portare alla luce un po' di scheletri dalle loro stesse tombe, ed il sistema si perpetuera' all'infinito.
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Io sto per prendermi cio' che mi resta ed andare a casa. Vado a casa a fare la madre dei miei figli sopravvissuti, e a tentare di riguadagnare un po' di quel che ho perduto. Tentero' di mantenere alcune relazioni positive e buone che ho intrapreso durante il viaggio a cui sono stata forzata dalla morte di Casey, e tentero' di riparare alcune di quelle che si sono spezzate da quando mi sono impegnata totalmente in questa crociata per tentare di cambiare un paradigma che, temo, e' scolpito in un marmo immobile, inflessibile, rigido e bugiardo. "Camp Casey" e' servito al suo scopo. E' in vendita. Qualcuno e' interessato a cinque bellissimi acri di terra a Crawford, in Texas? Prendero' in considerazione ogni offerta ragionevole. Ho sentito dire che presto ancheGeorge Bush se ne andra' da li', il che rende la proprieta' di maggior valore.
Questa e' la mia lettera di dimissioni come "volto" del movimento statunitense contro la guerra. Non e' il momento del rendiconto, perche' non smettero' mai di cercare di aiutare le persone che, nel mondo, vengonoferite dall'impero americano, ma ho finito di lavorare all'interno o all'esterno di questo sistema. Questo sistema resiste con forza all'aiuto che gli si vuole dare, e divora le persone che tentano di aiutarlo. Io ne esco prima che consumi me o qualche altra persona che amo, nonche' il rimanente delle mie risorse. Addio, America. Non sei il paese che amo, ed ho finalmente capito che non ha importanza quanti sacrifici io faccia: nessuno di essi fara' di te il paese che desidero, a meno che tu non lo voglia. Adesso tocca a te.
MARIA G. DI RIENZO: UNA LETTERA A CINDY
"Piccola creatura pacifica": e' il significato di "sheehan" in irlandese.
Forse lo sapevi gia', Cindy. Poiche' io mi interesso molto delle parole, ho l'occasione di scoprire queste sciocchezze, tipo che i nomi di persona che contengono l'augurio della pace o il termine pace sono un'infinita', in tutti i linguaggi umani. In effetti, e' forse la preghiera piu' significativa che si possa fare, quando una nuova vita si affaccia tra noi: possa tu camminare nella  pace, eamore e gentilezza siano i tuoi voti. Questa e' una delle cose che io dico sulle testoline dai pochi capelli o fissando lo sguardo in occhioni dal blu indefinibile che si spalancano sul mondo.
E quasi di colpo queste creature mi stanno gia' in piedi, vedono una lucertola e non sapendone il nome strillano eccitate "c'e' un coccodrillo!", accarezzano pensose le mie gatte e chissa' che segreti bisbigliano nelle loro pazienti orecchie puntute. Non sono figli miei, ed io non arrivo
nemmeno a sfiorare l'idea del dolore di una madre che ne seppellisce uno, macredo di sapere cosa vede, mentre la bara cala nella terra.
Tutte queste piccole cose, cosi' come tu ed altre madri ferite le hanno raccontate, lacerandosi di nuovo il cuore nel processo: quando ha costruito la casetta delle bambole per sua sorella, quel giorno in cui non voleva andare a scuola, quella conversazione sussurrata, piena di risa, che  avete
avuto prima di dormire. Si', sono morti prive di senso, perche' sono avvenute in guerra, e la guerra in se' ne e' priva.
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Ma cio' che tu hai fatto perche' la morte di tuo figlio rivestisse un significato non e' stato inutile, e credo che qualunque figlio o figlia possa ben provare orgoglio per una madre quale tu sei. Non hai mancato, non hai perduto. I semi che hai gettato stanno ancora germogliando e fiorendo. Ti sei curata moltissimo di ogni pianticella che ti spuntava intorno, hai trattato il mondo con tenerezza infinita, come fosse un giardino di cui eri responsabile: ora abbi cura di te, amica cara. Il giardino e' grande, non puo' una sola giardiniera tener dietro a tutto, e' responsabilita' condivisa, anche da noi, il mantenerlo vivo. E Cindy, non mi stupisce che tu dica di non essere capita, come se parlassi un'altra lingua. E' cosi'. Non siamo piu' abituati a sentirla, la nostra vera lingua, la lingua della carne vivente, del sangue che pulsa, la lingua dell'odore delle foglie, la lingua del fruscio della sabbia. Siamo assai imbarazzati a parlarla. E' la lingua-madre, quella che esalta e protegge la vita. Piu' spesso sono le donne a riuscire a connettersi di nuovo ad essa, ed a comunicare tramite essa. Questo e' un altro dei miei "studi sciocchi" di linguistica, nel quale vado scoprendo che se vi sono diversi "livelli di cortesia" in un idioma le donne, qualsiasi sia la loro posizione sociale, tendono ad usare il livello piu' alto. Le donne tendono anche a non usare doppie negazioni, e a dare intonazioni interrogative anche a frasi che non sono domande.
E perche'? Perche' cio' che sta dietro alla lingua-madre e' l'intenzione di creare una rete relazionale stabile, non competitiva, serena, sicura, che lasci spazio. E i linguisti trasecolano, perche' vedono che grazie a questa "ambientazione pacifica" delle parole le donne sono le maggiori innovatrici dei linguaggi.

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La sensibilita' e la forza che hai messo in cio' che hai detto, scritto e fatto, Cindy, sono doni preziosi per noi tutti, e sono doni a cui tu hai dato nuova forma. "Piccola creatura pacifica", vorrei tu fossi sicura che almeno alcuni di noi hanno imparato da te, e vorrebbero continuare adimparare. Vorrei soprattutto che tu sentissi che ti siamo immensamente grati.
Con amore, Maria G. Di Rienzo
FLORIANA LIPPARINI: CINDY, LA CONDIZIONE UMANA, UNA VIA NONVIOLENTA
Qualche volta e' difficile parlare, e' difficile scrivere. Per me diventa difficile quando accade qualcosa che va oltre il livello dei normali sentimenti, e tocca le corde piu' profonde dell'io nella sua essenza semplice e umana. Questo mi e' appunto accaduto leggendo la lettera che Cindy Sheehan ha scritto per dire addio al movimento pacifista degli Usa. Vorrei che potesse giungerle il calore di un abbraccio, perche' non vi sono parole per lenire la sua sofferenza, la sua delusione, il suo avvilimento. Vorrei che potesse sentire attorno a se' l'amore di tutte le persone che nel mondo hanno imparato a conoscerla, ad amarla, a soffrire con lei, a preoccuparsi per lei... La grandezza del suo percorso, dall'immenso dolore per la morte del figlio alla forza di lottare contro ogni guerra, ha impresso un segno nel nostro tempo e dentro di noi.
Nella sua sconvolgente sincerita', nel suo impegno senza compromessi, nella sua totale dedizione alla causa pacifista, Cindy ha dato fastidio. Lei vede i corpi, il sangue, la morte, il dolore, l'assenza irreparabile non solo di suo figlio, ma di tutti coloro che sono mandati a morire o a uccidere.
Dall'inizio dei tempi, come un'antica eroina, come una Cassandra. Questo la muove, questo le da' forza, chiarezza, lucidita', coraggio. Se l'avesse guardata in faccia, se Bush avesse mai accettato d'incontrarla, penso sarebbe diventato di pietra.
Vogliamo dirci la verita'? Anche nei movimenti, non soltanto nella politica istituzionale e ufficiale, scattano logiche di parte, se non addirittura di ambizione personale e di potere. Qualcuno pensa a geometrie, a strategie, all'immagine, a una successiva carriera politica... Qualcuno gestisce le cose incanalandole secondo schemi controllabili. Ma d'un tratto tutte le parole s'incarnano in una persona, testimonianza dolorosa e vivente di quell'assenza, di quel corpo sottratto, di quell'essere unico che la guerra ha cancellato, di tutti gli esseri unici che la guerra cancella. Una forza che rompe gli argini, che grida la verita', che non puo' accettare schemi o compromessi. Qui l'ideologia non c'entra, non e' assolutismo, non e' politica di parte, e' la polis nel senso alto del termine, che prende linfa dalla vita stessa e dalla condizione umana.
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Sarebbe importante decifrare il perche' di questo addio, e capire i meccanismi che Cindy l'hanno stritolata, per vedere se per caso possiamo riconoscervi qualcosa che riguarda anche noi, qualcosa che magari ritorna sempre nelle dinamiche politiche, qualcosa che ciclicamente arresta lo sviluppo di quei movimenti, di quelle correnti d'energia positiva che tanto promettono agli inizi e poi subiscono una sorta di mutazione genetica che li trasforma in altro. Interrogarsi su questo nodo e' essenziale, se vogliamo continuare a sperare e ad agire per un mondo diverso.
La vicenda di Cindy, con il suo generoso gettarsi nel fuoco di un impegno totale, senza risparmio, senza cautele, drammaticamente svela il punto debole dei movimenti. Come costruire un mondo diverso senza scegliere modi diversi d'intendere la politica? Modi diversi che molto spesso il pensiero delle donne ha teorizzato: cura delle relazioni, riconoscimento, partecipazione, critica al potere, trasparenza, circolarita', orizzontalita'... Modi diversi che dovrebbero contaminare di se' gli ambiti neutri.
Eppure, quante volte, anche nelle reti di donne, non riusciamo a dare corpo alle parole? Quante volte finiamo per seguire le vecchie strade della politica che disegnano cerchie privilegiate, che chiedono obbedienze, che contraddicono il "diritto di prender parola", negandola a chi non si allineaa rassicuranti gerarchie e genealogie? Con una censura, con una modalita' organizzativa autoritaria, si puo' escludere, si puo' cancellare, si possono evitare le critiche, le visioni differenti o anche semplicemente ignorare i richiami alla coerenza o la richiesta di democrazia sostanziale nei rapporti interni alle organizzazioni. Il rischio e' che si guardino le differenze scomode come eresie, ricalcando vecchi e drammatici errori della sinistra storica.
Conosco molte persone, e in particolare molte donne, che dai movimenti si sono allontanate perche' stanche e deluse dai giochi di potere. Si disperde cosi' una preziosa ricchezza, proprio mentre vediamo riprendere spazio e forza gli integralismi religiosi, le ingiustizie sociali, i privilegi, le
violenze contro le donne, le guerre infinite. Allora, non e' il caso di mettere finalmente in pratica quei modi diversi? Una via per cambiare le cose a partire da noi, e per iniziare a cambiare il mondo. Una via politica differente, una via nonviolenta.
NORMANNA ALBERTINI: DI CINDY, DELLA VOCE, DEL LIEVITO BUONO
La lettera di Cindy sa di disfatta per chi continua cocciutamente a confidare nella forza della nonviolenza, prima ancora di risultare la sconfitta di una madre e di una donna. "Ho dovuto sopportare un bel po' di scherno e di odio da quando Casey fu ucciso, - inizia Cindy - e soprattutto da quando divenni il cosiddetto 'volto' del movimento statunitense contro la guerra. In special modo da quando ho reciso ogni residuo legame che mi collegava al partito democratico, sono stata ulteriormente insultata sui blog 'liberali' come 'Democratic Underground'. I rilievi piu' miti vanno da 'meretrice dell'attenzione' a 'finalmente ci liberiamo di questa immondizia'".
Insulti, scherno, umiliazioni piovono come pietre, vomitati dall'arroganza del Potere su chiunque provi a metterne in discussione le azioni e l'eticita' degli obiettivi. E la prepotenza diventa ancora maggiore se a parlare, a ribellarsi, a palesare l'imbroglio del Potere e' "solo" una donna, una madre. Per chi si riconosce nella fede in Cristo, ricordando il discorso della montagna, l'accanimento, l'irrisione, la denigrazione, la persecuzione subite sono proprio lo stigma di chi cammina sulla strada giusta, di quegli "ingenui" che insistono a credere nella possibilita' di un mondo di giustizia e pace. Viene in mente Arundhati Roy, nel suo Guerra e' pace del 2002, duramente attaccata per le sue battaglie contro la globalizzazione selvaggia dell'economia mondiale: "Ci sono enormi sovvertimenti politici e sociali che stanno scuotendo il mondo. Non siamo coinvolti perche' scrittori o attivisti. Siamo coinvolti perche' siamo esseri umani... E' ora di riprenderci il nostro futuro strappandolo agli 'esperti'. E' ora di formulare, in parole semplici, una domanda pubblica e di esigere, in parole semplici, una pubblica risposta.
"Francamente, per quanto tagliente, per quanto furiosa, per quanto combattiva possa essere l'esposizione, in fin dei conti lo scrittore e' solo uno, fra i tanti cittadini, che chiede pubblica informazione, esige una pubblica spiegazione.
"Io, dal canto mio, non ho alcun tornaconto personale. Non devo proteggere alcun interesse professionale. Sono pronta a farmi persuadere. Sono pronta a cambiare idea. Ma invece di una discussione, o di una spiegazione o di una contestazione dei fatti, si ricevono solo insulti, invettive, minacce legali e l'Inno dell'Esperto: 'Non capisci, ed e' troppo complicato da spiegare'. Il cui vero significato naturalmente e': 'Non turbare la tua testolina con questi pensieri. Torna ai tuoi giocattoli. Lascia il mondo vero a noi'".
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Ma ancora piu' paurosamente affini al modo di pensare di chi ha costretto Cindy a gettare la spugna, perche' piu' vicine a noi nel tempo e nello spazio, mi sono sembrate le due risposte che, una da sinistra e una da destra, hanno ricevuto un giovane palermitano e un'insegnante calabrese che chiedevano spiegazioni sul perche' non vengono licenziati i parlamentari italiani condannati in via definitiva. Le risposte ottenute hanno lo stesso sapore di arroganza, lo stesso "Torna ai tuoi giocattoli. Lascia il mondo vero a noi" che ha ricevuto la "meretrice dell'attenzione" Cindy Sheehan.
Ricordo in breve. Allo studente palermitano Francesco, il ministro Amato ha detto, tra l'altro, riferendosi ai 25 condannati presenti in Parlamento: "Bisogna distinguere tra condannati e condannati, alcuni dei quali possono esserlo per reati minori e compatibili con la legge una volta che la pena e' stata scontata con una piena riabilitazione. Una volta che cio' e' avvenuto e' inammissibile che vengano esiliati dalla vita pubblica. Se non fai questa distinzione diventi un giustizialista ingiusto". Piu' o meno la stessa cosa e' capitata a Rosa Chiricosta, di Locri, insegnante a Firenze, durante un incontro, quando il leader di An Fini ha risposto alla domanda di Fabrizio, studente di Cuneo: "Perche' non licenziate i parlamentari condannati in via definitiva?". E Fini: "Un conto e' la corruzione, un conto la calunnia. Si puo' tenere fuori dal Parlamento uno che magari ha sostenuto che qualcun altro e' un mascalzone?". Rosa e' intervenuta: "Ai ragazzi bisogna trasmettere il valore della legalita'". La risposta e' stata: "Lei e' un'insegnate militante, pericolosa; sa cos'e' l'ostracismo?". "Giustizialista ingiusto" e "insegnante militante, pericolosa". E gia': "Non turbare la tua testolina con questi pensieri. Torna ai tuoi giocattoli. Lascia il mondo vero a noi".
l mondo va lasciato agli Esperti, a questi geni, menti superiori che ci stanno seppellendo nell'immondizia, come nel 1854 aveva profeticamente annunciato, nella sua ingenua religiosita', incentrata sul culto della terra, il capo Seattle della tribu' dei Dwamish al presidente Usa Franklin Pierce: "Contaminate il vostro letto ed una notte vi troverete soffocati dai vostri rifiuti". Gli Esperti, gli Eletti devono essere lasciati tranquilli mentre svolgono il loro lavoro; non si pongono minimamente il problema che, forse, siamo ancora una democrazia (noi, cosi' come gli Usa) e che in una democrazia lo Stato deve rispondere al "popolo" perche' e' dal "popolo" che egli promana. Il "laikos", "proprio del popolo", sembra, invece, non avere piu' diritto di parola nei confronti dei suoi rappresentanti che si comportano come "kleros", parte separata, eletta (elite). Il "popolo" e' "profanum" come coloro che, nell'antica Roma, stavano "davanti all'altare", anziche' dietro, dove i sacerdotes sacrificavano agli dei; e come "profanum" pare avere perso i suoi diritti. Perche' uno Stato, quando si sente "kleros" e perde il contatto e il dialogo con il "laos", finisce per rispondere solo a quel Potere che sta avvelenando l'aria, prosciugando i fiumi, riempiendo gli arsenali di bombe e che ci seppellira' nell'immondizia.
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Continuava, nel suo libro, Arundhati Roy: "Per frenare una bestia, le spezzate le zampe. Per frenare una nazione, spezzate la sua gente. La derubate della volonta'. Dimostrate il vostro assoluto dominio sul suo destino. Fate in modo che sia chiaro che, alla fine, tocca a voi decidere chi vive, chi muore, chi prospera e chi no. Per dimostrare le vostre capacita' mettete in mostra tutto cio' che sapete fare e con quale facilita' lo fate. Con che facilita' potete schiacciare un bottone e annullare la Terra. Come potete iniziare guerra, o implorare la pace. Come riuscite aportar via il fiume a uno per regalarlo a un altro. Come riuscite a rendere verde il deserto, ad abbattere una foresta e a piantarne un'altra piu' lontano. Usate l'arma del capriccio per mandare in frantumi la fede della gente nelle cose antiche: terra, foresta, acqua, aria.
"Dopodiche', cosa rimane a questa gente? Solo voi. Si rivolgeranno a voi, perche' siete tutto cio' che hanno. Vi ameranno anche se vi disprezzano. Si fideranno di voi anche se vi conoscono  bene. Voteranno per voi anche se avete strizzato fuori dai loro corpi anche l'ultimo respiro. Berranno quello che darete loro da bere. Respireranno quello che darete loro da respirare.
Vivranno dove getterete alla rinfusa le loro cose. Sono costretti a farlo. Cos'altro possono fare? Non c'e' un tribunale piu' alto a cui rivolgersi. Voi siete per loro madre e padre. Giudice e giuria. Voi siete tutto il mondo. Voi siete Dio. Il potere si rafforza non solo con cio' che distrugge, ma anche con cio' che crea. Non solo con quello che prende, ma anche con quello che da'. E la Mancanza di Potere e' riconfermata non solo dall'impotenza di chi ha perso, ma anche dalla gratitudine di coloro che hanno (o credono di aver) guadagnato".
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Colpisce, nella lettera di Cindy, la sua delusione e l'indignazione per aver "scoperto" che alla fine nessuno era veramente disposto ad ascoltarla e ad aiutarla e che, dopo un primo momento di apparente interesse, ma di effettiva strumentalizzazione politica dei democratici, anch'essi le abbiano voltato le spalle. E', purtroppo, un'esperienza comune a molti e a molte, ormai, che forse dipende proprio dalla perdita di reciprocita' tra lo Stato e il "popolo", di cui le istituzioni dovrebbero essere espressione. Ma e' anche un cattivo segno dei tempi che si ripete sempre piu' spesso nell'indifferenza generale: mentre in televisione e sui giornali vanno le notizie piu' insulse o la sola cronaca nera, questi atteggiamenti antipolitici, come la non risposta al dissenso di Cindy, o le pseudorisposte sulle ultimi disgraziate vicende di Emergency in Afghanistan, passano in secondo piano e non scatenano nessun movimento di piazza, nessuna presa di posizione plateale di nessuno. Tutto muore nel silenzio del frastuono dei media. Cindy si e' sentita strumentalizzata dai democratici; Ayaan Hirsi Ali, rifugiatasi recentemente negli Usa dopo le minacce ricevute in Europa a seguito della sua collaborazione col regista Theo Van Gog, accusa la sinistra europea di accogliere e tollerare, in nome di un presunto multiculturalismo, il fanatismo religioso e i conseguenti crimini contro i diritti umani, ed e' interessante la riflessione di Adriano Sofri nella prefazione del penultimo libro della scrittrice, Non sottomessa, a proposito di una "guerra mondiale sulla pelle delle donne": "Che il corpo delle donne sia il campo di battaglia e insieme la posta del famoso scontro di civilta' sembrava fino a qualche tempo fa un'idea balzana, o provocatoria: ora e' quasi un'ovvieta'. Ci siamo accorti che anche gli ultimi, quelli che nonavevano da perdere che le loro catene, hanno da perdere almeno le loro donne. Quel che piu' conta, se ne sono accorti loro, gli ultimi: da quando le distanze si sono cosi' accorciate da renderli spettatori di un mondo in cui le donne diventano padrone di se'".
Mi chiedo cosa sarebbe il mondo se non ci fossero le voci forti del dissenso, se gli Esperti non avessero nemmeno questi freni, se si estinguessero gli ingenui che credono sia indispensabile, per il futuro dell'umanita' e perche' l'umanita' abbia un futuro, un contratto sociale basato sul dialogo e sull'interazione popolo- Stato, con l'obiettivo di perseguire un giusto benessere e una possibilita' di vita per tutti, nella pace e nella giustizia, non soltanto la vita di pochissimi sui cadaveri di tanti. La lettera di Cindy sa di disfatta. Non lo e'. Voci come la sua sono il lievito buono che puo' continuare a far fermentare la pasta di quel "resto d'Israele" costituito dagli ingenui di tutti il mondo, quelli che non si adeguano, che insistono nel dire che il re e' nudo.
Voci come quella del "giustizialista ingiusto", dell'"insegnante militante, pericolosa", della "meretrice dell'attenzione": i "profanum" a cui viene ripetuto sprezzantemente l'Inno dell'Esperto: "Non capisci, ed e' troppo complicato da spiegare".
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Concludeva il suo libro Guerra e' pace la scrittrice indiana Arundhati Roy: "I cinici dicono che la vera vita e' una scelta fra la rivoluzione fallita e l'accordo spregevole. Non so... forse hanno ragione. Ma anche loro dovrebbero sapere che non c'e' limite a quanto spregevole possa essere
quell'accordo. Quel che abbiamo bisogno di cercare e di trovare, quel che abbiamo bisogno di levigare e perfezionare in qualcosa di magnifico e brillante e' un nuovo genere di politica. Non la politica di governo ma la politica della resistenza. La politica dell'opposizione. La politica di
imporre la responsabilita'. La politica di rallentare le cose. La politica di prendersi per mano da un capo all'altro del mondo e di impedire una distruzione certa. Nelle attuali circostanze, direi che l'unica cosa che meriti di essere globalizzata e' il dissenso. Il miglior prodotto da esportazione dell'India".


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