venerdì 16 luglio 2021

ISABELLA COLOR CARAMELLO - STORIE VERE DAL BOSCO DAL CIELO E DAL FIUME

 


Isabella sul suo tetto preferito

 Così comincia una fiaba dei fratelli Grimm, “L’uccello d’oro”, nella quale  il protagonista è un volatile dalle piume dorate ladro di mele. “C'era una volta un re che aveva un parco nel quale si trovava un albero che aveva delle mele d'oro. Quando le mele furono mature, non fece in tempo a trascorrere la notte e già ne mancava una, sicché‚ il re andò in collera e ordinò al giardiniere di vegliare ogni notte sotto l'albero...” 

Forse, l’uccello d’oro sarà stato una gazza o una cornacchia grigia diventata, per magia, color oro? In fondo, sono animali che adorano banchettare con la frutta: mele, pere, ciliegie, uva...

A Felina, da un po’ di tempo, uno strano uccello dal colore indefinibile becchetta animaletti, semi e frutti ai piedi del “Salame”, l’altura a forma di gobba di dromedario sul quale spicca la torre che domina il paese.

Vola tra i campi appena falciati - schivando le enormi rotoballe - e il bosco, quello su un monte di fronte al “Salame”, quello sul quale, a sera tardi, tutte le cornacchie dei dintorni si radunano per dormire. La scena, di solito, è inquietante: in stormo roteano alte nel cielo, al di sopra delle cime delle querce, gracchiando e chiamandosi l’un l’altra. Poi, a gruppi, si posano. A volte, si scambiano il posto nel dormitorio, litigando. Altre volte, continuano a gracchiare fino a mezzanotte.

Ebbene: ora c’è anche questo strano uccello delle dimensioni di una cornacchia (ma dal colore inadeguato per un corvide), che frequenta il bosco e, certamente, più in basso, le fonti della Fratta.

Ha la colorazione delle caramelle “mou”, quelle che si ottengono sciogliendo nel latte freddo lo zucchero per poi portarlo a ebollizione, mescolando fino a condensarlo. 

Oppure, quello della caramella “Rossana”, ideata dal genio di Luisa Spagnoli e Federico Seneca. Rossana, come la dama amata da Cyrano del Bergerac. 

Più prosaicamente, Umberto Gianferrari, che da settimane la sta inseguendo cercando di fotografarla, la definisce “color Isabella”, anzi: l’ha proprio battezzata Isabellina. 

Appostamento

In natura possiamo incontrare cavalli e mucche, topi e conigli, cervi e giraffe bianchi. È meno probabile che si incontri un elefante bianco o una tigre, un rospo e uno storione. Gli elefanti bianchi sono visti come creature semidivine e molto venerati in India, per esempio. 

Ma la più grande rarità è il corvo bianco. Così come la cornacchia bianca: Isabellina. 

Lo scrisse il poeta satirico Giovenale nel I secolo d.C. : “Un uomo fortunato è più raro di un corvo bianco”, e ancora: “Lo schiavo ha l'opportunità di diventare un re, i prigionieri potranno ottenere la libertà e solo il corvo bianco resterà corvo bianco”. 

martedì 13 luglio 2021

IL TRONCARAMI A BATTUTA CURVA E ALTRI ATTREZZI - ROMANZO DI PAOLA RANZANI


 “Le montagne si assomigliano tutte, nelle rocce come nel cuore dei montanari, e il mio è un cuore montanaro”, così si presenta Paola Ranzani, scrittrice (e non solo) che ha scelto la nostra montagna come luogo dell’anima. 

Ha pubblicato di recente un romanzo breve (o lungo racconto?) ambientato nei paesini d’Appennino situati alle pendici del Cusna: “Il troncarami a battuta curva e altri attrezzi – Educazione sentimentale d’Appennino”, classificato al secondo posto del premio “Raffaele Crovi” 2019. 

Paola è nata e vissuta fino a diciotto anni in Sardegna, sulle montagne del nuorese, ma da genitori non sardi. “Si è trattato di un’emigrazione al contrario dei primi anni cinquanta”, racconta: “mia mamma, originaria di Viano, aveva trovato lavoro in Ogliastra, come ostetrica condotta, mentre mio padre, del Polesine, era impegnato da quelle parti a costruire le strade con una piccola impresa pisana. Dopo pochi mesi di fidanzamento si sposarono e si trasferirono in Barbagia, a Sarule, dove è nata mia sorella maggiore, e poi a Macomer, su un’altura del Marghine. In quegli anni, quasi tutte le ostetriche erano emiliane, e io sono nata lì, a Macomer. Mia madre, in seguito alla separazione da mio padre, ha poi deciso di tornare nella sua provincia di origine, perciò, a diciotto anni, mi sono trasferita a Reggio Emilia, città che conoscevo già bene. Sono tuttavia rimasta legata alla Sardegna, dove conservo amicizie. È tanta la nostalgia per quella terra ricca di profumi, bellezze paesaggistiche, nuraghi, tradizioni popolari poetiche e letterarie”. 

A Reggio, Paola frequentò l’ultimo anno di liceo, poi si iscrisse al corso di filosofia all’università, anche se, dopo solo un anno, nel 1979, iniziò a lavorare come programmatrice di computer. “Abbandonai solo momentaneamente gli studi, che ripresi in seguito, mentre continuavo a lavorare. Più avanti decisi di riprenderli perché amavo in particolare l’arte, infatti, seguii un indirizzo di  filosofia estetica.” 


Dopo la laurea, Paola scelse tuttavia di proseguire a operare nell’informatica che, allora, iniziava a svilupparsi e consentiva buone gratificazioni di natura sia economica, sia professionale. “Eravamo ancora dei pionieri del settore, e risolvere i problemi richiedeva una buona dose di creatività che, per me, rendeva l’informatica appassionante. Ho scritto codice per  computer per trentasei anni, senza però mai dimenticare le mie passioni: leggere e visitare i luoghi d’arte.” 

IL CANE ELIO - STORIE VERE DAL BOSCO DAL CIELO E DAL FIUME

 

Si chiama Elio, nome scelto da Milena e dal marito Matteo i quali, quando lo adottarono al canile di Scandiano e lo portarono a casa, vedendolo tutto nero, lo trovarono somigliante a Elio (… e le Storie Tese) e ai suoi sopracciglioni. Era estate, un periodo caldo e afoso e Milena, dopo pochi giorni, si accorse che il cane pativa per quella calura, così meditò di portarlo in villeggiatura in montagna dai suoi genitori, a Montecastagneto di Villaberza. Aria buona, campi e boschi tutt’intorno: il luogo ideale per stare al fresco. Ovviamente, Enrico e Anna, mamma e papà di Milena, accolsero il cane come avrebbero accolto un nipotino e, comunque, con lo stesso calore con cui ricevono qualsiasi ospite. Durante l’estate, e quando venne il momento di tornare in pianura, successe che Elio manifestò per loro un grande affetto, facendo capire di essersi trovato bene in quella casa e di volerci restare. 

Il “nonno” di Elio è Enrico Marazzi, per tutti Richèt, uno dei pullministi “storici” del trasporto scolastico del comune di Castelnovo ne’ Monti. Generazioni di scolaretti hanno viaggiato con lui, accompagnati dalla sua affabilità, da una mite autorevolezza e dal suo grande sorriso che li faceva sentire al sicuro. Al sicuro, con lui alla guida, erano anche le famiglie. 

Anna Zanni, la moglie, è in qualche modo un volto televisivo perché, nel 2017, era stata selezionata come rappresentante dell’Emilia Romagna per la trasmissione Affari tuoi, condotta su Rai Uno da Flavio Insinna. A iscriverla era stata Milena e, dopo le selezioni a Bologna, le avevano telefonato invitandola a Roma, al Teatro delle Vittorie. Al provino aveva fatto un’ottima impressione, era stata brava, ma fu anche fortunata, perché riuscì a portarsi a casa un bel gruzzoletto.

Anna, come fanno tutte le “nonne” con i nipoti, si è subito impegnata a cucinare per Elio i cibi migliori e il cane la ricambiava, onorandola come cuoca, mangiando tutto e diventando sempre più forte e bello. 

Poi, lo scorso anno, Elio cominciò a stare male.“Beveva, beveva moltissimo, poi vomitava”, dice Anna, “dimagriva a vista d’occhio e, in poco tempo, passò da 35 a 18 chili. Il suo veterinario, Ninetto Santi, ebbe un’intuizione e pensò al diabete... Il 1 maggio stava malissimo, ma era festa, era tutto chiuso, così telefonammo a Milena.”