lunedì 26 dicembre 2022


Una raccolta appartenuta al nonno di Cesare Datteri con tante notizie sulla montagna reggiana tra il 1905 e il 1909


Passando in rassegna i vari temi trattati – dalla propaganda elettorale, all’educazione socialista del popolo, a pagine di letteratura (Lev Tolstoj), a informazioni riguardanti i vari consigli comunali o le cooperative di consumo, l’occhio cade su una “corrispondenza” da Felina del 21 giugno 1908. Vi si racconta di un priore arrabbiato per le poche entrate delle questue a Fariolo e a Magonfia, roccaforti del “dominio socialista”. Ma il “corrispondente” di questo quindicinale non si ferma lì: “C'è l'altra parte, che, pur avendo una fede religiosa, pur osservando i comandamenti cosiddetti di dio e della chiesa, nutre una forte avversione al prete moderno, perché in lui non vede più il ministro di una religione qualsiasi, il soccorritore dei bisognosi, il padre amorevole di tutti gli abitanti di un dato paese, il difensore dei poveri; ma il capo di una setta che serve soltanto agli scopi di pochi privilegiati, lo strenuo propugnatore degli interessi dei signori, il nemico potente e terribile nelle lotte elettorali, il galoppino di tutte le grandi armate capitalistiche. È troppo naturale che i preti combattano con maggior accanimento quelli che, socialisti o no, lasciano che il prete faccia come meglio crede, coloro che non si curano di chiesa, quantunque contro questi il prete non abbia nessuna ragione di sbraitare, perché in fin dei conti da essi è lasciato in pace. Sono quelle mezze tinte di fedeli per metà ch'egli deve combattere, quella gente che è sempre là in chiesa a rompergli le scatole, per poi criticarlo se falla o se agisce da quel prete che noi abbiamo sopra descritto.”

“Il Montanaro”

Erano conservati con cura nella casa del padre di Cesare Datteri, i fogli del quindicinale “Il Montanaro”, periodico socialista della montagna reggiana. Si tratta di una raccolta che va dal 1905 al 1909 e che, sfogliata, rivela informazioni, aneddoti, nomi e cognomi di persone che riguardano un po’ tutti i comuni montani. Colpisce il linguaggio apertamente anticlericale, impudente, assolutamente lontano dal “politicamente corretto” in uso oggi. Ma che provenienza hanno questi fogli conservati con tanta cura?