martedì 22 novembre 2022

SUI SENTIERI DELLA PAROLA - PER UNA LETTURA ORGANICA DELL'ANTICO TESTAMENTO



Un testo necessario e semplice per inoltrarsi nella lettura dell’Antico Testamento, ma anche uno strumento robusto e sicuro come uno scarpone.



C’è tanto dell’esperienza missionaria dell’autore, in questo libro; c’è tanto delle Comunità Ecclesiali di Base brasiliane, a partire dalla citazione di Dom Pedro Casaldaliga nella quarta di copertina, dove si ricorda la “teologia del ciclostile”.

In Brasile, don Pier Luigi Ghirelli, nativo di Leguigno di Casina (RE), arrivò come missionario Fidei Donum nel 1970: all'età di 28 anni, il sacerdote sbarcò a Rio de Janeiro, dopo aver navigato per tredici giorni, per vivere la nuova esperienza missionaria, e vi restò fino al 1989; là ebbe modo di portare a termine i suoi studi di teologia e filosofia – che affiorano nitidamente nel testo - ma, soprattutto, ebbe l’opportunità di potersi immergere in tipologie di analisi, lettura, studio critico della Bibbia inediti e innovativi. Il contesto sociale e politico era quello di una dittatura e, in quello scenario, i sacerdoti cattolici iniziavano a muoversi cercando le modalità più efficaci contro la dittatura. All'inizio degli anni '70 il rapporto tra Chiesa e Stato si stava già deteriorando, il regime si stava indurendo parecchio e i cattolici che si opponevano al governo erano oggetto di persecuzioni. Quando “padre Pedro” arrivò in Brasile, per operare in Bahia, il carattere della chiesa popolare era vivido, e i bisogni del popolo trovavano risposte nella religione, nella Bibbia.

Una nuova esegesi a partire dal “popolo”. Quell’esegesi di cui parlerà poi Benedetto XVI in un suo testo: “Dobbiamo imparare nuovamente che essa (la Bibbia) dice qualcosa a ognuno e che è stata donata proprio ai semplici. In questo do ragione a un movimento nato nell’ambito della teologia della liberazione che parla di “interpretazione popolare”. Secondo questa linea il popolo è il vero proprietario della Bibbia e perciò il suo vero esegeta.” (Il Sale della terra, San Paolo 2005)

Il cammino di padre Pedro è da subito segnato da conflitti con i politici locali che ubbidivano al regime militare. Dalla fine degli anni '60, una parte della Chiesa cattolica si era impegnata contro le azioni criminali dei militari, mentre il governo aveva praticamente dichiarato guerra a tutti coloro che erano contro il regime. Il conflitto si intensificò dopo il 1970, quando le Comunità Ecclesiali di Base cominciarono a svolgere un lavoro più attivo all'interno della società, rispondendo agli interessi locali, la terra, il lavoro, le lotte per l’istruzione, i trasporti ecc… La maggior parte del clero inviato dalla Diocesi di Reggio Emilia era allineato con le idee della Teologia della Liberazione e i sacerdoti combattevano insieme alle classi popolari. Don Ghirelli (per tutti padre Pedro) cercò di vivere la Teologia di Liberazione nella pratica quotidiana: fu difensore della Riforma Agraria e la questione fondiaria fu una delle sue principali lotte; tutto questo anche preparando opuscoli, periodici, offrendo corsi ed evangelizzando per aiutare la gente comune a uscire dai pregiudizi in relazione alle strutture di potere. Il sacerdote ha dovuto però affrontare conflitti con altri sacerdoti e vescovi brasiliani che non erano d'accordo con il suo modo di evangelizzare e con politici locali allineati con l'ordine prevalente in quel momento. Negli ultimi anni della sua attività a Irecê, il religioso mosse forti critiche agli amministratori locali, cercando sempre di far capire al popolo l'importanza del voto per emanciparsi; per questi e altri atteggiamenti, Pier Luigi Ghirelli nel 1985 fu espulso dalla Diocesi di Irecê su richiesta dell'allora sindaco della città, Heldebrando Seixas e del vescovo locale Edgar Gouveia, che inviarono una lettera a Roma sostenendo che il sacerdote non evangelizzava adeguatamente la comunità locale. La partenza di don Pier Luigi generò grande commozione popolare. Solo il 23 luglio 2018 ebbe, finalmente, il riconoscimento per tutto ciò che aveva fatto per la città: a Irecê, oltre alle attività religiose, padre Pedro aveva infatti stimolato il movimento cooperativo e fu perciò insignito del titolo di cittadino onorario su proposta di tutti i consiglieri comunali.