domenica 25 marzo 2012

LA FINANZA NON CORRISPONDE PIU' ALL'ECONOMIA REALE - Padre Alex Zanotelli

di Alex Zanotelli  
(Napoli 22 marzo 2012) - In questo periodo quaresimale sento l'urgenza di condividere con voi una riflessione sulla ‘tempesta finanziaria' che sta scuotendo l'Europa , rimettendo tutto in discussione :diritti, democrazia, lavoro....In più arricchendo sempre di più pochi a scapito dei molti impoveriti.Una tempesta che rivela finalmente il vero volto del nostro Sistema: la dittatura della finanza.
padre Alex
L'Europa come l'Italia è prigioniera di banche e banchieri. E' il trionfo della finanza o meglio del Finanzcapitalismo come Luciano Gallino lo definisce :"Il finanzcapitalismo è una mega-macchina ,che è stata sviluppata nel corso degli ultimi decenni, allo scopo di massimizzare e accumulare sotto forma di capitale e insieme di potere, il valore estraibile sia del maggior numero di esseri umani sia degli eco-sistemi."

Estrarre valore è la parola chiave del Finanzcapitalismo che si contrappone al produrre valore del capitalismo industriale, che abbiamo conosciuto nel dopoguerra. E' un cambiamento radicale del Sistema!

Il cuore del nuovo Sistema è il Denaro che produce Denaro e poi ancora Denaro.Un Sistema basato sull'azzardo morale, sull'irresponsabilità del capitale , sul debito che genera debito.E' la cosidetta "Finanza creativa" , con i suoi ‘pacchetti tossici' dai nomi più strani(sub-prime, derivati,futuri, hedge-funds...) che hanno portato a questa immensa bolla speculativa che si aggira, secondo gli esperti, sul milione di miliardi di dollari! Mentre il PIL mondiale si aggira sui sessantamila miliardi di dollari. Un abisso separa quei due mondi:il reale e lo speculativo. La finanza non corrisponde più all'economia reale. E' la finanziarizzazione dell'economia.

Per di più le operazioni finanziarie sono ormai compiute non da esseri umani, ma da algoritmi, cioè da cervelloni elettronici che, nel giro di secondi, rispondono alle notizie dei mercati.

domenica 18 marzo 2012

SUISEKI - Racconto



Il racconto sul quotidiano "Prima Pagina"
Nunzialisa era stata la maestra di un paesino del Sud. Però non sembrava una vecchia maestra.

Era bionda, minuta, i capelli tinti e ben pettinati, il taglio a caschetto e il rossetto brillante.

Indossava vestaglie a fiori e, così acconciata, la si poteva notare china sulle sue “erbacce”.

Perché il giardino di Nunzialisa era fatto di tarassaco, piantaggine, achillea, parietaria; poi ortiche, fresche e verdissime, nell’angolo più umido. Ora viveva sull’Appennino reggiano e, a ottant’anni, conduceva un moderno bed and breakfast: una casa a torre, affiancata da un gigantesco faggio.

“Cara amica mia”, ridacchiò Jorge entrando, “oggi sulla sassaia ho incontrato una fata.”

Una pietra Suiseki
L’uomo tolse una pietra dalla tasca e la posò su una mensola.

“Una fata?” Nunzialisa rise e gli fece cenno col capo, “vieni a tavola che avrai fame.”

Era passato tanto tempo da quando lui le si era presentato chiedendo una camera; lo aveva identificato subito come un’erbaccia, una di quelle che infastidiscono chi vorrebbe la conformità all’appiattimento. 

Non era un tulipano di vivaio, era un fiore di tasso barbasso, libero, una spiga d’oro fiera che, se sradicata e trapiantata, si sarebbe lasciata morire.

Pertanto, lo aveva alloggiato. I primi pochi giorni erano diventati settimane, in seguito mesi, infine un anno.

domenica 11 marzo 2012

QUANDO UN'AIA ERA IL PAESE DEI BALOCCHI: L'AIA DI PREDOLO

http://www.redacon.it/2012/03/11/quando-unaia-era-il-paese-dei-balocchi-laia-di-predolo/?t=Quando+un%E2%80%99aia+era+il+paese+dei+balocchi%3A+l%E2%80%99aia+di+Predolo

Che cos’era mai per me l’aia di Predolo? Praticamente quel che è la carta moschicida per le mosche: attrazione incontrollabile.

Ciondolavano in ogni cucina le lunghe strisce avvolte a spirale, spalmate di qualcosa che sembrava miele, e divenivano l’inferno per centinaia di piccole sudice creature, impedendo loro, così, di passare impunemente dal rüd della stalla al pane sulla tavola.

Erano, le strisce, grande segno di igiene e civiltà.

Mi sentivo un po’ come quelle mosche sacrificate in nome della pulizia e dell’evoluzione, quando, di nascosto a mamma e nonna Eva, mi dileguavo salendo tra le case, in paese, infilando poi la carraia per la Bocca. Passato uno stagno che, con un elementare acquedotto, riforniva alcune stalle di Soraggio (quelle dei mezzadri dei Casoli) sapevo di essere al sicuro.

A quel punto, all’ombra dei pini che dalla Battuta si allargavano fino ai campi, non potevano certo  riacchiapparmi.

Andavo su di corsa fino all’incrocio della Bocca e, ogni volta, incappavo – accidenti - nell’Angiolina, perpetuamente vestita di nero (tanto che mio nonno Carlo l’aveva ribattezzata “Calesnuna” e lei si era mortalmente offesa) e perpetuamente in vena di lamenti.

Aveva poi, la donna, quella parlata bizzarra, con le “e” che diventavano “a”; certo perché non era di lì! Veniva da lontano, da Leguigno (veramente, in linea d’aria un tiro di schioppo…), e io mi feci allora un’idea tutta particolare dei leguignesi: lamentosi, tristi e insistenti.

Già che Gombio e Leguigno non erano mai andati d’accordo e si erano pure fatti la guerra per un crocefisso, dandosele di santa ragione durante una processione…

Ma pure quelli di Zuccognago parlavano in modo strampalato (un po’ anche Roncroffio, ma lì c’era il casello, ci lavoravano il nostro latte ed era un posto importante), mica come a Soraggio o a Villaberza: “è pan”, invece che “al pan”, e poi quei suoni duri, spezzati. Che gente.

venerdì 9 marzo 2012

NEL RACCONTO, poesia di Gioconda Belli

La scrittrice e poetessa Gioconda Belli

Regole del gioco per gli uomini

che vogliano amare donne donne  



I

L’uomo che mi ami

dovrà saper aprire il velo della pelle,

scoprire la profondità dei miei occhi

e conoscere quello che si annida in me,

la rondine trasparente della tenerezza.

II

L’uomo che mi ami

non vorrà possedermi come una mercanzia,

né esibirmi come un trofeo di caccia,

saprà stare al mio fianco

con lo stesso amore

con il quale io starò al suo.

III

L’amore dell’uomo che mi ami

sarà forte come gli alberi di ceibo,

protettivo e sicuro come quelli,

limpido come una mattina di dicembre.

giovedì 8 marzo 2012

8 MARZO 2012 - ANCORA STREGHE, di Giancarla Codrignani


SCULTURE DI GIACOMO POLETTI - TALADA
A Bologna, un islamico osservante ha sentito «impuro» il proprio rapporto con una donna cristiano-ortodossa e ha tentato di decapitarla «come Abramo fece con Isacco» (la donna, un'ucraina di 45 anni, se la scampa, rischia di ritrovarsi paraplegica).
Non è solo un caso di fondamentalismo maniacale. In questi giorni, si apre a Palmi un processo di stupro che testimonia il persistere italico della maledizione di Eva: a San Martino di Taurianova una bambina di 12 anni (che oggi ne ha 24 e vive sotto protezione perché alcuni dei persecutori che ha denunciato erano mafiosi) per anni è stata considerata da tutto il paese la colpevole degli stupri di gruppo, delle violenze e dei ricatti subiti e anche il parroco a cui aveva tentato di confidarsi giudicava peccatrice una dodicenne violata che solo la penitenza poteva redimere.
Sembra incredibile, ma nella santità delle religioni albergano tabù ancestrali che gli studi antropologici e le secolarizzazioni non sono riusciti a eliminare.

NARRANTI ERRANTI - RACCONTI IN 400 BATTUTE



martedì 6 marzo 2012

SVILUPPO SOSTENIBILE: CRITICA AL MODELLO STANDARD - Di Leonardo Boff


Leonardo Boff

I documenti ufficiali delle Nazioni Unite così come l’attuale bozza di documento in vista di Rio+20 dedicano grande spazio al modello di sviluppo sostenibile, chiamato ad essere economicamente praticabile, socialmente giusto e ambientalmente corretto. È il cosiddetto Triple Botton Line (la linea dei tre pilastri) creato nel 1990 dal britannico John Elkington, fondatore dell’ong SustainAbility. Ma questo modello non resiste a una critica seria.
Economicamente praticabile
Nel linguaggio politico dei governi e delle imprese, sviluppo equivale al prodotto interno lordo (Pil). Guai all’impresa e al Paese che non abbiano indici positivi di crescita annuale! Entrerebbero in crisi o in recessione, con conseguente riduzione del consumo e perdita di posti di lavoro: nel mondo degli affari, si tratta di guadagnare denaro con il minore investimento, con la maggiore competitività e con il minor tempo possibili.
Quando parliamo qui di sviluppo, non parliamo di qualunque sviluppo, ma di quello che esiste realmente, quello industrialista/capitalista/consumista. Quello antropocentrico, contraddittorio ed errato. Mi spiego.
È antropocentrico perché è centrato solamente sull’essere umano, come se non esistesse una comunità di vita (flora e fauna e organismi vivi) che necessità anch’essa della biosfera e richiede ugualmente sostenibilità.
È contraddittorio, poiché sviluppo e sostenibilità obbediscono a logiche contrapposte. Lo sviluppo realmente esistente è lineare e crescente, sfrutta la natura e privilegia l’accumulazione privata. Si tratta dell’economia politica di taglio capitalista.

domenica 4 marzo 2012

Donne a memoria. By-heart - In occasione dell'otto marzo, presentazione libri di Normanna Albertini

evento FaceBook: 
https://www.facebook.com/events/380883761939716/


Incontro con la scrittrice Normanna Albertini e le donne dei suoi romanzi. Donne di ieri, donne di sapienza e di memoria e di disperazione: donne di oggi.


Con Marianella Casali e Agostino Giovannini
Coordina Antonio Zambonelli
Introduce Fiorella Ferrarini, vicepresidente Anpi


8 marzo:
“La primavera è vita tenace, che rinasce e tracima e offende. Il profumo, nel vento violento d’aprile, è dei fiori, dell’erba, della terra bagnata. È pieno e sensuale, pungente e selvatico, insistente. La vita è vita e fluisce, scorre, importuna e dà scandalo. Non si può reggere all’insistenza del suo risorgere, quando allaga i campi, i boschi, le acque, i corpi. Fermarla, bisogna fermarla. O, perlomeno, si dovrebbe educarla.” (pg. 17 di Shemal)


Nel giorno della Festa della Donna si presenteranno tre libri in cui la Donna è nei suoi ruoli più veri, completi, stupendi quanto cruenti..la realtà vista dalla storia e dalla narrativa delle penna di Normanna, per vedere un presente che poco o nulla ha di diverso dalle epoche che l'Albertini ci narra.


Incontro organizzato dall' Anpi di Reggio Emilia