Diversi, come i
pezzi di cartone. Koko il Kartonero
Tito Jorge Burgoa Arnez
(Koko) è boliviano, di Cochabamba. Ora vive a Palareto, piccolissimo
borgo nei dintorni di Felina, in provincia di Reggio Emilia, e c’è
chi parla (soprattutto i bambini) di “un boliviano stravagante,
montanaro, che riporta in vita ciò che gli altri disprezzano e che
offre laboratori gratuiti”.
Koko è figlio di
quella Bolivia dove Luis Arce, neo presidente eletto, ha appena
dichiarato, a fine elezioni, che i partiti di destra non avrebbero
mai potuto battere il Movimento per il socialismo (MAS). “Siamo la
maggioranza, più del 50 per cento”, ha detto l'ex ministro
dell’economia. E quando il cronista della Bbc ha insinuato che le
elezioni dello scorso anno risultavano dubbie a causa delle accuse di
brogli, Arce ha replicato:
“L’anno scorso non
ci sono state frodi. È stato un colpo di stato dei partiti di destra
che non potranno mai batterci alle elezioni. L'unico modo in cui loro
possono ottenere il potere è attraverso un colpo di stato ”.
È passato un anno da
quando le accuse di frode e le manifestazioni di attivisti
provenienti dalla classe media boliviana avevano portato alle
dimissioni e alla partenza del presidente Evo Morales; il 18 ottobre
2020, i boliviani sono dunque tornati alle urne, pur in mezzo alla
pandemia Covid19 (che ora affligge gran parte del Sudamerica e che
aveva già costretto a rinviare le votazioni).
Il socialista Luis
Arce, il candidato sostenuto dall'ex presidente Evo Morales, ha vinto
con una differenza tale da evitare un ballottaggio con il suo rivale
conservatore Carlos Mesa.
“Abbiamo ritrovato la
democrazia e, soprattutto, i boliviani hanno ritrovato la speranza”,
ha detto Arce in una breve conferenza stampa a La Paz lunedì mattina
presto.
“Lavoreremo per tutti
i boliviani, costruiremo un governo di unità nazionale, costruiremo
l'unità del nostro paese”, ha poi aggiunto.
Nonostante il timore di
disordini dovuti alla profonda polarizzazione della società
boliviana, il voto si è svolto in un clima teso, ma senza violenza.
“La vittoria di @BOmereceMAS in Bolivia non è solo una buona
notizia per quelli di noi che difendono la democrazia in America
Latina; è anche un atto di giustizia di fronte all'aggressione
subita dal popolo boliviano ”, ha detto in un tweet il presidente
argentino Alberto Fernández.
Tito Jorge Burgoa Arnez
(Koko), già responsabile per un famoso quotidiano della
comunicazione visiva, illustratore, serigrafo, artigiano, grafico
umorista, grafico e trainer paralimpico di non vedenti, ha seguito
questi avvenimenti dall’Italia ed è ben felice del risultato
elettorale.
Un bel giorno, diversi
anni fa, Koko prese una decisione che lui stesso definisce folle:
lasciò il suo lavoro di graphic designer presso un grande giornale,
andò a cercare del cartone ondulato e iniziò a costruire il suo
primo mobile usando quel materiale, senza chiedere alcun consiglio e
senza avere nessuna esperienza. Gli ci vollero due mesi per ottenere
una scrivania.
“Koko, il kartonero”:
è così che preferisce essere chiamato ora..
A Cochabamba e nel
resto dei dipartimenti della Bolivia, l'attivista ecologico aveva
divulgato il suo principio, le sue idee in difesa della Terra,
realizzando mobili, giocattoli, accessori e altri prodotti sempre e
solo con materiali riciclati. Portando le stesse idee, aveva
rappresentato il Paese ai “Latin America Green Awards” e all’
“Energy Globe”. Il suo riconoscimento è ora a livello
internazionale.
Il 3 marzo 2012, Koko
diede infatti vita a “Enkarte”, un progetto di volontariato da
lui stesso portato avanti con i bambini di strada, le persone con
disabilità e altre persone bisognose. “Enkarte cerca di generare
consapevolezza ecologica e sociale, realizzando oggetti con materiali
come il cartone, per generare solidarietà e aiutare i settori
vulnerabili”, spiega, per chiarire che non è solo una
micro-impresa, ma anche un movimento, una filosofia di vita al
servizio dei più poveri e bisognosi.
Enkarte segue la regola
ecologica delle tre R: ridurre, riutilizzare e riciclare (in questo
caso il cartone per la produzione di mobili). A questo si aggiunge
un'altra R: il reinserimento lavorativo, con l’intento di insegnare
come costruire questi mobili alle persone con disabilità, a basso
reddito e anche agli imprenditori. Oltre ad essere mobili ecologici,
sono progettati per avere tre funzioni aggiuntive ed essere
complementari tra loro in modo che insieme creino nuove strutture. Ad
esempio, una scrivania diventa un componibile o un componibile un
divano. Burgoa ha creato la “eco desk”, che in un certo senso è
un tavolino, ma che diventa un componibile e una piccola scrivania.
Ciascuno dei mobili è sigillato e impermeabilizzato prima della
verniciatura.
Un altro aspetto molto
importante del progetto è offrire alternative ai settori meno
favoriti della società. Questo avviene attraverso laboratori
gratuiti in cui alle persone viene insegnato a realizzare i propri
mobili in cartone.