Recensione di "Pietro dei colori" - Prospettiva editrice
(di Stefano Carnicelli - L'Aquila)
Peruzza è una donna senza tempo e senza età. E’ forte e debole allo stesso tempo, contemporaneamente è giovane e vecchia, è donna e brigante perché rapita, in un tempo che fu, dal terribile e sanguinario brigante Noè. Poi entra in scena Lucrezia Fina. E’ ancora bambina quando, promessa sposa ad un uomo, Rodolfo, che mai amerà, si rifugia in un isolamento fisico e mentale tale da mantenere, come una Madonna d’altri tempi, la sua purezza. L’unica persona che amerà, quasi in pudico e riservato silenzio, è il Maestro dei colori: Pietro, il pittore anch’egli, come Peruzza, rapito dal Brigante Noè all’età di 14 anni. Lucrezia diverrà la sua modella, la sua Madonna e riuscirà a rappresentarla magicamente attraverso i suoi colori resi vivi e dinamici da una prodigiosa luce invisibile. Pur sposata con Rodolfo, mai amato in un’unione non consumata, Lucrezia ama il suo Maestro anche se i suoi sentimenti non si trasformeranno in lussuria. Qua e là, in punta di piedi, l’autrice riesce a trovare il giusto spazio per la donna dai capelli rossi. E’ l’ostessa, una figura fantasma che intreccia il suo destino a quello dei vari personaggi del romanzo. E’ una donna forte capace di trasmettere, quasi in modo subcosciente, che se si cerca la salvezza occorre, al tempo stesso, incutere paura. E’ un po’ il filo conduttore dei destini femminili del romanzo: tutte le donne, a modo loro, sono forti e ribelli, capaci di far paura. Peruzza è la donna del terribile brigante Noè. Ormai sottomessa, ha trasformato il suo giustificabile odio in silenzioso rispetto. Riesce a sopportare tutto ma salva il giovane Pietro dalle eccessive attenzioni di Noè. Lo difende senza paura davanti a quella losca figura. Nel signorile bordello dove Peruzza e Pietro vengono mandati per lavorare, vive la cortigiana Orsola. Come tutte le donne, Orsola ha il suo particolare destino: introdotta nella casa, a vendere le sue grazie, per mantenere la famiglia. S’innamorerà di Pietro. Tra fughe, sogni e destini splendidamente intrecciati dalla mano dell’autrice, i vari protagonisti si ritrovano insieme nella scena finale. Pietro, dopo aver frequentato scuole importanti, ha realizzato il suo sogno: diventare signore e padrone dei colori. Riesce anche a riabbracciare suo nonno che non vedeva dal giorno in cui fu rapito da Noè. Il buon Frate Mauro, di fatto il protettore di Pietro e di Lucrezia Fina, è quasi pronto per terminare la sua ricerca sui confini delle nazioni e del mondo; è alla ricerca di un libro magico. Un finale a sorpresa, in una piazza gremita dai personaggi, chiude meravigliosamente il romanzo. E’ così che la luna ricuce i destini finali dei protagonisti. Le donne sono le vere protagoniste del romanzo, legate a Pietro ed alla sua arte. Donne forti, decise, ribelli, fatali, con destini simili e vicini tra loro. Ognuna ha vissuto la propria vita ribellandosi ad imposizioni inaccettabili. Lo fa l’ostessa, fuggendo con il giovane pittore portoghese. Lo fa Lucrezia Fina, ancora bambina, rifiutando, con il mantenimento ad oltranza della sua purezza, un matrimonio imposto e non voluto. Lo fa Orsola che abbandona tutto per andare a ritrovare il suo amore. E, più di tutte, emerge la ribellione di Peruzza. Salva il figlio della sua amata donna dai capelli rossi; salva la vita che, diversamente, sarebbe stata perduta insieme ai colori. Forse è proprio così: “devi far paura, se vuoi salvarti”; un insegnamento duro sicuramente attualissimo.
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