venerdì 6 gennaio 2023

MI STAI A CUORE: TESTIMONI DI VITA E DI FEDE - IL LIBRO DI FABIANA GUERRA

Maestra in montagna negli anni Novanta, Fabiana collabora con il settimanale diocesano la Libertà. Dalla sua rubrica è nato questo libro.


Fabiana con il vescovo Christian Carlassare

Fabiana Guerra è nata a Cadelbosco di Sopra, più precisamente a Villa Argine, e ha insegnato anni fa in Asta, qui in montagna: era al suo primo incarico annuo come docente. Dalla pianura ai monti, in un paesino che nemmeno sapeva esistesse. L’abbiamo intervistata perché è uscito in questi giorni il suo secondo libro, “Mi stai a cuore”, per le Edizioni San Lorenzo e, come montanara “adottiva”, non potevamo che chiederle di raccontarsi. “Era dicembre, nevicava così tanto che sono l'unica di tutta la famiglia a essere nata in casa! Fu il mio nonno paterno, con carro e cavallo, ad andare a prelevare il dottore e l'ostetrica. Erano contadini semplici, i miei; ci trasferimmo presto, infatti, quando nacque mia sorella, eravamo già a Gavassa, poi a Bagnolo e, infine, a San Prospero Strinati”. È lì che Fabiana riceve la prima Comunione. Ha solo otto anni, ma le bastano per capire che da grande vorrà fare la maestra. Ha sicuramente le idee chiare. A suo tempo, si iscriverà all'Istituto magistrale Matilde di Canossa, poi conseguirà anche il diploma della Scuola magistrale a Correggio. In realtà, era stata la madre a iscriverla, perché lei era uscita piuttosto demotivata dalle medie, percepite come pesanti e vuote.


“Ho insegnato da subito, pur essendo iscritta al primo anno di Magistero a Bologna, poi ho lasciato l'università, perché la sede di lavoro era lontana e in un tempo pieno. Finalmente, fui chiamata dal Provveditorato per un incarico in montagna, in Asta, vicino a Febbio; era una scuola materna ed era un incarico annuo. Non sapevo dove fosse Asta, ma nemmeno Febbio. Telefonai al parroco per cercare un alloggio sul posto. Il parroco era don Creardo Cabrioni a cui ho dedicato, senza alcuna esitazione, tutto il libro. Con lui è stato facile stringere un rapporto fraterno perché si poneva davvero così, anche se aveva un anno in più di mio padre. Potrei scrivere un nuovo libro su di lui, ma non sono pronta. È presto. Gli ho scritto soltanto, per ora, una lettera di saluto quando è scomparso, pubblicata sul settimanale La Libertà.”

Don Creardo Cabrioni

Fabiana ha frequentato anche il biennio filosofico allo Studio Domenicano a Bologna e, in quel contesto, le si è aperto un mondo. A Reggio ha seguito i corsi di liturgia e cristologia e ha insegnato, inoltre, religione dalla materna alle medie. “Ho conosciuto la scuola e le sue tante problematiche per una buona fetta di età, ma ho percepito anche la sete di spiritualità dei nostri bambini/ragazzi.”

Le chiediamo quando è cominciata la sua passione per la scrittura: “In seconda elementare la maestra mi chiamava ‘la mia poetessa’. Sarà una dote, credo. Sono parente di Tonino Guerra... ma l’ho saputo da mio padre solo quando il poeta, scrittore e sceneggiatore, è morto. Scrivere permette di riflettere e poi esprimere quello che hai maturato e vuoi condividere. Con La Libertà collaboro da più di un decennio. Il direttore, Edoardo Tincani, mi ha dato spazio e fiducia, fino ad affidarmi una rubrica settimanale da gestire in autonomia. L'ho chiamata “Tutto incluso” e, da quegli articoli, praticamente è scaturito il mio secondo libro (il primo libro è “Testimoni di luce”). Sono stata attratta molto presto dai testimoni della fede o... della vita. Li ho scelti a istinto, guardando la vita, sempre. Non quella ideale, ma quella reale. E ciò comprende anche me. Mi piacciono tutti, dal più piccolo, come Lisa, al più grande... che però, magari, è uno dei defunti che sorride dal Cielo. Nell'ultimo libro, insieme ad alcuni scomparsi, ci sono testimoni vivi e vivaci. Il primo è il vescovo Christian Carlassare, che ha accettato di scrivere la prefazione e che aveva subito un attentato venti giorni prima dell’intervista. La sera del 25 aprile 2021 mi stava inviando, da Rumbek, in Sud Sudan, le foto a corredo dell’articolo; due ore dopo gli hanno sparato. Un regalo, questa amicizia, che è cresciuta in profondità, leggerezza, serietà e condivisione. Solo Dio può fare cose così belle! Bella, proprio bella! E impensabile.”

Fabiana appartiene all' “Ordo virginum” (consacrate laiche) da dodici anni e afferma che ciò la fa sentire libera; non c'è nessun voto di obbedienza, ma è richiesta una maturità, umana e spirituale, sempre in evoluzione. A Reggio non c’è la possibilità di una vita comunitaria, per cui il rischio di autoreferenzialità o divisioni è alto. “Siamo molto diverse e di certo qualche incontro con il vescovo o un suo delegato non basta per crescere nella comunione, nella confidenza reciproca o nella vera e reale condivisione di vita che, invece, ci farebbe bene.” Intanto, Fabiana attende una risposta, possibilmente positiva, alla domanda per l’iscrizione all’albo dei giornalisti pubblicisti.


Certo, quel suo “Mi stai a cuore” ricorda tanto l’ “i care” di don Lorenzo Milani, il contrario del “me ne frego”, così in voga ancora oggi.

“Se posso o me lo permettono, entro empaticamente nelle sofferenze e gioie degli altri. Credo che parliamo troppo e siamo poco concreti nella carità verso chi ci è prossimo. Tutti. Nel mio viaggio in mezzo a tante persone ho individuato quelli che ho soprannominato ‘i cristiani teorici’; lo dico sorridendo, ma purtroppo è la verità. Sono quelli dei mille incontri e riunioni, che hanno la risposta a tutto, ma... prova a chiedergli un favore!” Tra i testimoni inseriti nel libro c'è anche chi ha scelto di vivere in montagna, e Fabiana, che sui nostri monti è stata per qualche anno, ha pensato più volte a un ritorno… Chissà. Per quanto riguarda i progetti futuri, ora è la promozione del libro che la impegnerà per un po’; libro che si può richiedere alle Edizioni San Lorenzo di Reggio Emilia.




3 commenti:

  1. Ma grazie! ❤️

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  2. Una bella storia, una bella persona, un'intervista semplice sobria, una vita dal sapore di senso compiuto

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  3. Ringrazio "Anonimo" del commento. 🥰

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