martedì 31 gennaio 2012

"NO, NON SCENDEREMO" - Dalla torre la protesta resistente di Oliviero Cassini

Di Andrea Monti

Oliviero Cassini è rimasto solo sulla torre-faro della stazione centrale di Milano. Ma non si sente abbandonato. “Abbiamo ottenuto e stiamo ottenendo sempre di più il consenso della società civile. Abbiamo l’appoggio dei Comuni, tra cui quello di Milano, e di nove Regioni italiane, che si sono dette favorevoli al ripristino dei treni notte. Il consigliere regionale lombardo Cavalli ha presentato una mozione a sostegno di questa posizione. Non ci sentiamo per niente soli”. Cassini parla spesso al plurale, anche se i suoi compagni di protesta, che come lui erano addetti all’accompagnamento notte della Servirail (ex Wagon-Lits), sono scesi dalla torre. Sabato scorso Giuseppe Gison, ieri pomeriggio Carmine Rotatore. Erano saliti tutti e tre insieme una cinquantina di giorni fa, quando è scattato il taglio ai treni notturni e a lunga percorrenza che ha provocato mille licenziamenti in tutta Italia. La loro protesta continua, da sopra e da sotto la torre.
Cassini, quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato da quando vi siete arrampicati lassù?
Le difficoltà si riassumono in tre parole: latitanza della politica. Abbiamo ottenuto solo un impegno, per noi molto importante, da parte della Camusso. Il segretario della Cgil ha dichiarato che i treni a lunga percorrenza sono un bene comune, utile al Paese, perché hanno unito l’Italia fino all’11 dicembre e devono essere ripristinati. Il ministro Passera ha riconosciuto che il problema è serio, e che va affrontato e risolto. Sono stati aggrediti diritti costituzionali: penso per esempio all’articolo 1 (diritto al lavoro) e al 16 (diritto alla mobilità).

Avete preso, e sta prendendo, molto freddo?
Il freddo, rispetto ai problemi di cui ho appena parlato, passa non in secondo, ma in terzo piano. Ci siamo abituati alla temperatura, non ci spaventa più di tanto.
Perché Rotatore è sceso?
Ha avuto un malore, probabilmente uno sbalzo di pressione, e abbiamo ritenuto opportuno che andasse a farsi controllare. L’hanno portato all’ospedale Niguarda. Stamattina l’ho sentito: mi ha detto “sto bene, mi prendo un po’ di riposo”. A breve sarà qua sotto, per partecipare al presidio sotto la torre e a quello in stazione, che continuano.
Anche Gison è sceso per problemi di salute?
Sì, non si è sentito molto bene. Ha avuto problemi di deambulazione, aveva bisogno di muoversi.
Lei come sta?
Ringraziando il buon Dio, bene.
La solitudine la preoccupa?
No. Sono sereno, tranquillo. Non mi sento solo. Sarà anche che di animo sono un po’ orso. Certo, in tre potevamo parlare, scambiarci opinioni, come abbiamo sempre fatto. Ma finora la solitudine non mi pesa.
La Filt-Cgil la invita a scendere e ad aderire a un “tour di protesta” nelle regioni italiane.
Rispetto la loro idea, ma non la condivido. Abbiamo opinioni diverse. Non credo che il presidio itinerante possa servire. E poi, da quando sono sulla torre non sono riusciti a inventarsi altro. Non hanno fatto neanche un’ora, neanche mezz’ora di sciopero. Naturalmente apprezzo lo sforzo per farci scendere, perché si stanno preoccupando per la nostra salute.
Cosa potrebbe convincerla a lasciare la torre?
Aspettiamo che si costituisca un tavolo nazionale con tutte le parti sociali, per affrontare in modo definitivo il problema dei treni notte e ristabilire il diritto alla mobilità. Sia chiaro: dev’essere un tavolo dove si concretizza qualcosa. Non basta un “ci impegneremo”. Con gli “impegneremo” non faccio mangiare la famiglia. Al supermercato non posso arrivare alla cassa e dire “mi impegno a pagare entro qualche mese”. I politici devono dimostrare di voler concretizzare i loro proclami.
  • Giovedì 26 Gennaio 2012

http://blog.panorama.it/italia/2012/01/26/protesta-sulla-torre-parla-il-ferroviere-superstite-i-miei-compagni-se-ne-sono-andati-ma-non-mi-sento-solo/

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