martedì 13 luglio 2021

IL TRONCARAMI A BATTUTA CURVA E ALTRI ATTREZZI - ROMANZO DI PAOLA RANZANI


 “Le montagne si assomigliano tutte, nelle rocce come nel cuore dei montanari, e il mio è un cuore montanaro”, così si presenta Paola Ranzani, scrittrice (e non solo) che ha scelto la nostra montagna come luogo dell’anima. 

Ha pubblicato di recente un romanzo breve (o lungo racconto?) ambientato nei paesini d’Appennino situati alle pendici del Cusna: “Il troncarami a battuta curva e altri attrezzi – Educazione sentimentale d’Appennino”, classificato al secondo posto del premio “Raffaele Crovi” 2019. 

Paola è nata e vissuta fino a diciotto anni in Sardegna, sulle montagne del nuorese, ma da genitori non sardi. “Si è trattato di un’emigrazione al contrario dei primi anni cinquanta”, racconta: “mia mamma, originaria di Viano, aveva trovato lavoro in Ogliastra, come ostetrica condotta, mentre mio padre, del Polesine, era impegnato da quelle parti a costruire le strade con una piccola impresa pisana. Dopo pochi mesi di fidanzamento si sposarono e si trasferirono in Barbagia, a Sarule, dove è nata mia sorella maggiore, e poi a Macomer, su un’altura del Marghine. In quegli anni, quasi tutte le ostetriche erano emiliane, e io sono nata lì, a Macomer. Mia madre, in seguito alla separazione da mio padre, ha poi deciso di tornare nella sua provincia di origine, perciò, a diciotto anni, mi sono trasferita a Reggio Emilia, città che conoscevo già bene. Sono tuttavia rimasta legata alla Sardegna, dove conservo amicizie. È tanta la nostalgia per quella terra ricca di profumi, bellezze paesaggistiche, nuraghi, tradizioni popolari poetiche e letterarie”. 

A Reggio, Paola frequentò l’ultimo anno di liceo, poi si iscrisse al corso di filosofia all’università, anche se, dopo solo un anno, nel 1979, iniziò a lavorare come programmatrice di computer. “Abbandonai solo momentaneamente gli studi, che ripresi in seguito, mentre continuavo a lavorare. Più avanti decisi di riprenderli perché amavo in particolare l’arte, infatti, seguii un indirizzo di  filosofia estetica.” 


Dopo la laurea, Paola scelse tuttavia di proseguire a operare nell’informatica che, allora, iniziava a svilupparsi e consentiva buone gratificazioni di natura sia economica, sia professionale. “Eravamo ancora dei pionieri del settore, e risolvere i problemi richiedeva una buona dose di creatività che, per me, rendeva l’informatica appassionante. Ho scritto codice per  computer per trentasei anni, senza però mai dimenticare le mie passioni: leggere e visitare i luoghi d’arte.” 

Come sia poi capitata a Poiano e perché abbia scelto di trascorrerci non soltanto le vacanze, ma buona parte dell’anno, può spiegarcelo solo lei… “Mio marito Arles ama la montagna reggiana e modenese, luogo delle nostre escursioni. A Reggio mi sono davvero trovata bene, ma mi mancava la natura, il contatto con i boschi e le rocce, gli animali, la parte selvatica, ciò che avevo perso trasferendomi dalla Sardegna e che ho poi ritrovato nel nostro Appennino. A Poiano siamo approdati per caso, cercando non una casa per le vacanze, ma un luogo dove rigenerarsi, e l’abbiamo trovato nel ’95.  E’ diventata per me la vera casa, non solo per le ferie e i fine settimana. Non mancavamo mai neppure in inverno, anche durante la settimana, tra quelle mura in pietra dei Fossali riscaldate con le stufe a legna. Nell’ultimo periodo, prima della pensione, potevo spesso pure lavorare da remoto, quindi direi che quella di Reggio era diventata la casa secondaria, indispensabile punto di appoggio per il mio lavoro che mi portava a girare tutt’Italia. Tuttavia, mentre lavoravo, non avevo abbastanza tempo per integrarmi nelle attività sociali e culturali di Villa Minozzo. Con la decisione di anticipare la pensione ho avuto modo di frequentare più assiduamente persone molto attive nel promuovere iniziative culturali. Mi sono fatta coinvolgere soprattutto nel settore libri, partecipando alle iniziative di book-crossing durante i giorni di mercato, letture nelle scuole, presentazioni di libri, iniziative legate alla commemorazione della Resistenza, rassegne di poesia, presentazione di qualche film, attività per la Biblioteca… attività varie, organizzate da Villacultura, di cui è presidente Angela Delucchi. Da quattro anni sono nel direttivo di questa associazione e mi dispiace che la pandemia abbia limitato davvero molto la nostra attività. Speriamo di riprendere.”  


Paola Ranzani, nel frattempo, aveva già scritto e pubblicato diversi libri, più o meno tutti classificati o vincitori di qualche premio letterario: “La scelta” e quest’ultimo, “Il troncarami...”, sono ambientati nel reggiano e i  personaggi sono così realistici, ironicamente “veraci”, che potremmo averli incontrati anche noi. C’è qualcosa di Giuseppe Pederiali, nel suo scrivere, o forse anche di Borges. “Ho sempre amato scrivere”, dice Paola, “anche se per anni l’ho fatto solo per me, senza ambizioni. Volevo trovare un mio stile. Ho tentato qualche concorso solo a partire dal 2016; classificarmi mi ha aiutato a vincere la paura di pubblicare, di essere giudicata. In ogni caso, per me la scrittura è una medicina terapeutica, mi aiuta, mi rasserena e non credo sia sempre necessaria la pubblicazione per godere dei vantaggi della scrittura. Vincere un concorso mi ha consentito di far uscire, con “Porto Seguro Editore”, nel 2017, il romanzo “La scelta”, in gran parte ambientato in Appennino. Prima avevo pubblicato “Il calcolo della nonna”, romanzo autobiografico finalista al premio “Giovane Holden”.  Quest’anno ho pubblicato “Il troncarami a battuta curva e altri attrezzi”, con sottotitolo “Educazione sentimentale d’Appennino”,  completamente ambientato a Villa Minozzo. I miei romanzi sono caratterizzati da uno stile semplice, ironico, dove è importante la storia, il racconto, che è sempre realistico, anche se qualche guizzo di fantasia non manca. Mi piace poter essere letta da tutti, non annoiare, divertire e indurre anche un po’ a pensare. Tra Pederiali e Borges mi sento più vicina a Pederiali, alla sua prosa semplice, non letteraria, che, non a caso, lo portò a vincere il premio Chiara. Ecco: proprio Piero Chiara mi è sempre piaciuto molto. “Il troncarami” si è classificato secondo al premio Crovi (inediti di appennino): è la storia di un’amicizia tra un adolescente e il suo maturo vicino di casa, entrambi alle prese con una crisi di crescita. Filo conduttore è lo zio Luigi, esperto bricoleur che tutto aggiusta e ripara con gli attrezzi giusti. Luigi, poi, di continuo concede e dispensa attrezzi e consigli agli inesperti dilettanti della vita che gli si presentano. La mia ispirazione è sempre legata a fatti concreti, esperienze spesso vissute in prima persona in luoghi conosciuti, anche se mi piace integrare nel racconto qualche evento fantasioso o leggendario ma che deve essere comunque verosimile. Non amo il genere fantasy, paranormale, come non amo il noir, anche se come lettrice sono onnivora e leggo veramente di tutto. 


Scrive Stefano Pioli in una bella recensione dal libro: “Ogni riga del racconto lungo (o romanzo breve?) di Paola Ranzani è stata conosciuta da lei, dapprima nella sua vita di montanara d’elezione, poi nella scrittura che, lo sento, da quelle bande è sgorgata, forse dalle Fonti di Poiano. In altre parole: l’autrice sa quel che scrive e perché lo scrive. (…) Le vicissitudini narrate da Paola sono gradevoli e ognuno di noi in parte le ha già vissute, in un modo o nell’altro. Altre invece, ci appartengono solo quando le si leggono. Allora accade il solito miracolo racchiuso nella verità della scrittura: quel che non è ancora esistito in te, si affaccia finalmente e diventa un momento della tua vita che non riuscirai, mai, davvero mai, a scordare del tutto. E se vorrai riviverlo, non ti resta che rileggerlo: nulla di più facile. La lettura non ruba nemmeno un attimo all’esistenza, perché essa stessa è esistenza. Un libro non finisce il suo percorso dopo che è stato pubblicato, anzi, è solo l’atto della sua nascita.” 


“Il troncarami a battuta curva” può essere acquistato, oltre che negli store on-line (anche in formato e-book), nelle librerie tradizionali: a Reggio presso la storica Libreria del Teatro e a Castelnovo ne’ Monti presso la Libreria Mondadori.

Nessun commento:

Posta un commento