Attenti al cane

Da dove era uscita quella bestia? Sì, va be’, aveva notato un cartello rosso, pochi alberi prima, che recitava “Attenti al cane”, ma non c’era una casa, non c’era un bel niente - a parte un recinto sbilenco - e di quella targa ammaccata non aveva capito il senso.
“Attenti al cane” in mezzo a un bosco? Suvvia.

“Dai, mollami, va’ via”, provò a convincerlo, “dai, fai il bravo, vedi che non sono un pericolo, dai!”
Il cane lo osservò stupito, dondolò un po’ il testone, palpeggiò con i piedoni il torace della vittima, alla maniera dei massaggiatori orientali, poi, così com’era apparso, svanì, dileguandosi nel bosco.
L’uomo si rimise in piedi, ancora tremante, e spazzò alla meglio gli abiti dalle foglie, dal terriccio e dalle cacche di ovino, ma, quando fece per riprendere il cammino, ecco che lo investì alle spalle un latrato spaventoso. Era tornato? Il cane era ancora lì?
Non si voltò nemmeno e cominciò a correre, scivolando all'istante sul terriccio smosso. Scivolò e rotolò in un avvallamento e andò giù, giù, giù senza riuscire a fermarsi.